Genitori cercasi by Andrea Vitali

Genitori cercasi by Andrea Vitali

autore:Andrea Vitali [Vitali, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-04-26T12:00:00+00:00


Il tassista naturalmente si presentò nel bilocale con angolo cottura quando io ero già a scuola.

– Lei deve aiutarci, – gli dissero.

– Pagando… – rispose lui, che ormai aveva capito l’antifona.

Tra l’altro dopo il divorzio aveva preso in considerazione l’idea di risposarsi e si era appena fidanzato con la sua futura moglie, che altri non era se non la sua ex moglie.

I due si erano ritrovati una sera, senza riconoscersi, in un bar del centro.

Lei, mentre bevevano un bicchiere, aveva detto: – Il suo viso non mi è nuovo.

– Nemmeno il suo, – aveva ribattuto lui.

– Magari ha incontrato la mia gemella, – aveva detto lei.

– È probabile che anche lei abbia incontrato il mio gemello, – aveva detto lui.

L’ex moglie aveva sorriso.

– In effetti sarebbe stato possibile, se io avessi una gemella, ma in realtà…

Anche il tassista aveva sorriso.

– È fuori dubbio che anche lei avrebbe potuto incontrare il mio gemello, se lo avessi, ma non ce l’ho.

– Allora sei tu! – aveva esclamato lei.

– E anche tu sei tu, – aveva ribattuto il tassista.

Due lacrimucce erano spuntate dagli occhi di entrambi.

– Eppure siamo stati felici insieme, – aveva sospirato lei.

– Chi dice che non potremmo esserlo ancora? – aveva replicato il tassista asciugandosi il viso.

Cosí avevano concordato di risposarsi. Nel caso le cose fossero andate male avrebbero sempre potuto divorziare una seconda volta. Comunque sia, la mattina in cui lo convocarono nel bilocale con angolo cottura, mia madre rassicurò il tassista: – Circa il compenso stia tranquillo, ha già avuto prove della nostra generosità.

– In anticipo, e congruo, – interloquí lui.

Adesso infatti aveva una seconda moglie da mantenere e un’ex moglie che, pur essendo la stessa persona, pretendeva ugualmente che le venissero versati gli alimenti.

– Ecco qua, – fece mio padre mettendogli in mano un bel tre etti di biglietti di banca.

– Bene, – reagí il tassista, intascando il malloppo. – Adesso sono tutto orecchie.

– Non basta, – osservò mia madre, – le apra ancora di piú quelle sue orecchie, perché la cosa è lunga, seria e lei deve capirla per bene.

Dopodiché, parlando un po’ l’una un po’ l’altro, gli spiegarono cosa avevano architettato, arrivando al punto finale, quello dell’asta.

– Alla quale lei dovrà prendere parte, – comunicò mia madre.

– E perché mai? – chiese lui.

– Semplice, – rispose mio padre.

– Semplicissimo, – esagerò mia madre.

– Sarà anche, – ribatté il tassista, – ma non riesco a capirlo.

I miei si guardarono un po’ sconfortati. Che si fossero sbagliati nel giudicare l’acume del tassista? Eppure fino a quel momento era riuscito a far sborsare loro un bel mucchio di quattrini! D’altronde di chi potevano fidarsi, se non di lui, chi altri potevano comprare perché il loro piano avesse successo?

– Ci ascolti, – dissero.

Un’occasione del genere era unica, imperdibile, andava sfruttata al massimo. E per farlo, per guadagnare quanto piú possibile dalla mia vendita ci voleva qualcuno che rilanciasse di continuo sul prezzo, soprattutto nei momenti di stallo, quando c’era il pericolo che piú nessuno osasse andare avanti.

– Qualcuno di leale, – osservò mia madre guardando di sottecchi il tassista.



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